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Cos'è il nosode?
Il nosode è l'antidoto frequenziale di una malattia. In una boccetta di soluzione idroalcolica viene "scritta" la frequenza opposta a quella della malattia che ci ha colpiti o sta per colpirci, o che potrebbe colpirci: in quest'ultimo caso il nosode si comporta come un vero e proprio vaccino. Oltre alla frequenza, un dato importante nella preparazione di un nosode è la sua diluizione (cioè la concentrazione dell'informazione frequenziale, potremmo dire l'intensità del segnale). La diluizione è un po' come, in balistica, l'alzata di un tiro  necessaria ad imprimere al proiettile la parabola giusta per raggiungere l'obiettivo da centrare.  La medicina della biorisonanza è in grado infatti di rilevare "a quale distanza da noi" si trova il nemico (virus, batterio, allergene, etc.). Ciò significa che questa medicina è in grado non solo di diagnosticare una malattia che si è già "materializzata" in noi, ma anche e soprattutto di "intercettare e colpire" malattie "in viaggio" verso di noi.

Vi ricordo che Carlo Rubbia, nobel per la fisica, ha dimostrato che tutto ciò che per la fisica classica era considerato materia è costituito per la quasi totalità da fotoni, cioè quanti di energia. Questo vale anche per il nostro corpo, la cui parte "materiale" è tutta concentrata in un’entità che viene chiamata nucleone, il resto sono fotoni. E il rapporto tra nucleone (cioè materia) e fotoni (energia) è di circa uno a un miliardo! Possiamo dire che la medicina allopatica si limita ad indagare il solo nucleone, trascurando gli altri 999.999.999 fotoni di cui pure siamo fatti. Immaginate quante preziose informazioni vanno perse!

Ognuno di noi in sostanza è avvolto da un immenso personale "cielo energetico" ed ogni malattia, prima di diventare rilevabile con i consueti esami strumentali e chimici della medicina tradizionale, compie un viaggio in questo nostro "cielo energetico", dove invece la biorisonanza riesce a "vedere" e ad intervenire. Più lontano da noi è il "nemico", più alta sarà la diluizione da imprimere al nosode; del resto questo vale anche nella fisica delle comunicazioni: più distante è la "stazione ricevente" rispetto a chi trasmette, più "diluita" sarà la frequenza. In altre parole più lontano deve andare il nostro "proiettile", e più "immateriale" questo dovrà essere.
La diluizione che verrà attribuita al nosode, che può andare da D400 (alta diluizione) ad D3 (bassa diluizione) servirà quindi ad "imprimere" al nosode la gittata corretta.

Cosa fa il nosode una volta arrivato a destinazione? 
Stimola la reazione adeguata del nostro sistema immunitario affinché con le sue proprie forze debelli il nemico. E' così che, ad esempio, sono uscito rapidamente dal covid. E persone di mia diretta conoscenza sono uscite da malattie molto gravi, con tanto di incredulità da parte dei clinici ospedalieri che pure hanno diagnosticato la guarigione con TAC ed altre indagini. Purtroppo per molti medici e biologi questa è fantascienza, ma in realtà sono loro ahimè ad essere "ciechi alla luce", fermi all'età della pietra. Tra l'altro l'apparecchiatura usata nella biorisonanza risale al 1977, progettata e realizzata  dal medico tedesco F. Morell e dall’ingegnere E. Rasche (da cui l'acronimo MORA), ed oggi si è molto evoluta grazie anche all'informatica.

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ENZO CARPENTIERI
architect  
 

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