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PICCOLO ESTRATTO DI UN PAESE FATTO AL CONTRARIO.

Un dirigente di Stato redige con fierezza un decreto per effetto del quale alcune centinaia di persone, che con dignità, passione e professionalità servono lo Stato da anni, perdono a partire da oggi il loro lavoro, mentre l'Europa ne chiede la stabilizzazione.

Quelle centinaia di persone si radunano sotto gli uffici in cui quel dirigente lavora, per una protesta civile e pacifica (persino le forze dell'ordine lo hanno ribadito) e per chiedere con lui, o col ministro per conto di cui agisce, un confronto e di essere ascoltati.

Con fischietti, trombette, tamburi, slogan e inno nazionale, per un'intera mattinata quelle centinaia di persone fanno sentire la loro presenza. Ai portavoce di quei lavoratori viene detto che nessuno li riceverà.

Verso le due del pomeriggio, il dirigente esce dal portone del palazzo per recarsi a piedi nell'altra sede del ministero poco distante da lì. Le centinaia di persone sono a pochi metri davanti ai suoi occhi: lui le ignora. Con uno sforzo quasi innaturale, fa in modo che il suo sguardo non incroci nemmeno per sbaglio il volto di neanche una di quelle persone che da oggi egli lascia senza lavoro.

Difronte a tanta ESIBITA indifferenza, le centinaia di persone muovono verso il dirigente a suon di fischietti e trombette, per avvicinarsi a lui ma senza mai comunque oltrepassare il limite marcato dalle forze dell'ordine.

Volano qualche "Buffone!" e un "Omm' e merd!" (epiteto che nel dialetto napoletano si usa verso chi non ha il coraggio di affrontare la controparte). Il dirigente prosegue accelerando il suo passo verso la sua meta e sparisce in un portone.

Le forze sindacali che rappresentano questa categoria di lavoratori (ripeto, da oggi senza lavoro e con quasi nulle possibilità di reinserimento, data la loro età media) hanno con veemenza definito ATTI VIOLENTI E BARBARI questi minuti che vi ho descritto.

Ormai lo stravolgimento della realtà ed una narrazione che colpevolizza chi dice la verità sono la regola. Lo sono a dire il vero da più di duemila anni.

E a completare l'opera concorre chi, in nome di un "a fin di bene", non muove mai frontalmente contro il male, ma crede in compromessi e strategie, sedotto dal proprio fallace raziocinio.

Come diceva fra Pietro da Morrone, al secolo papa Celestino V: "Figli miei, non lo dimenticate: c'è solo il bene, puro e semplice; non c'è “a fin di bene”.

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ENZO CARPENTIERI
architect  
 

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