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Il 29 agosto 2009 scomparve Franco Caddeo, attivista contro le scie chimiche ed impegnato anche a denunciare le esercitazioni militari nei poligoni sardi dove si impiegano munizioni contenenti uranio impoverito, le cui nanoparticelle sono causa di tumori e di linfomi non Hodgkin.

Aveva 49 anni ed era uno sportivo oristanese e ufficialmente risulta disperso nel mare di Sardegna: il suo corpo non è mai stato ritrovato. Il gommone che aveva noleggiato per una battuta di pesca era stato recuperato alla deriva con il motore ancora acceso, la marcia inserita, le lenze ancora in acqua. Una disgrazia che gli inquirenti non hanno dipanato.

Caddeo era stato uno dei più attivi a disvelare l'incandenscente fenomeno e aveva girato anche dei video. Un fatto inoppugnabile: era stato uno dei primi in Sardegna ad organizzare un gruppo di ricerca per dare una risposta razionale al fenomeno evidente ma negato delle scie chimiche. Caddeo, imprenditore di successo, aveva raccolto ed esaminato una quantità impressionante di materiale scottante. I risultati avevano spalancato nuovi percorsi di indagine approdati ad un'unica conclusione: le scie bianchicce che ricoprono anche i cieli della Sardegna non sono il prodotto del normale traffico di aerei, ma insalubri sperimentazioni climatiche coperte dal segreto della Nato.

Pochissimi sono stati gli articoli delle testate locali dedicati alla misteriosa sparizione e suscita legittimi sospetti il completo silenzio dei media nazionali. Sull'episodio, noto quasi esclusivamente agli attivisti, è quindi presto calato il sipario.

Ai giorni nostri sulla nebulosa vicenda regna un buio apparentemente imperturbabile.

ENZO CARPENTIERI
architect  
 

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